lunedì 13 gennaio 2014

Ancora una volta

Ancora una volta, ormai ho perso il conto, mi ritrovo a preparare il baule e il mio fedele zaino, cercando di far mente locale di ciò che può servirmi. Ancora una volta, lontano dai miei affetti più cari. Ancora una volta, mi ritrovo a salutare il mio gruppo di lotta.
"Allenatevi con determinazione e umiltà, io farò lo stesso. Nel mio zaino, ha trovato un posto, anche per il gi."

domenica 12 gennaio 2014

SWISS BALL NEL BRAZILIAN JIU JITSU

Uno degli aspetti più importanti del brasilian jiu jitsu è il controllo del proprio peso nelle posizioni dominanti ed al fine di controllare l'avversario durante la lotta.
Per poter affinare tale sensibilità si utilizza un'accessorio  che si trova in quasi tutte le palestre ed è la swiss ball,  ovvero la palla svizzera. La stessa viene concepita da un italiano Aquilino Cosani negli anni 60, come attrezzo per scopi puramente ludici, un giocattolo sul quale i bambini montavano e avanzavano facendolo rimbalzare.
Fu un medico svizzero,  la dottoressa Susan Klein-Vogelbach, che pensò di sfruttare il pallone in campo riabilitativo.
Col tempo si è pensato di utilizzare l'attrezzo in ambito sportivo e molti istruttori di fitness lo inserisco nei loro programmi di allenamento dal momento che è considerato un ottimo strumento per l'incremento del controllo neuromuscolare e del livello di forza. L'instabilità insita nella forma dell'attrezzo è, al tempo stesso, il suo miglior pregio e il suo peggior difetto. Il maggior pregio sta nel fatto che l'instabilità dovuta alla forma sferica dell'attrezzo costringe il soggetto che lo utilizza a continui aggiustamenti della postura allo scopo di mantenere l'equilibrio; tali aggiustamenti sono per lo più effettuati utilizzando muscoli che generalmente non vengono sollecitati in altri tipi di esercizi atti a migliorare il potenziamento muscolare.
Grazie a questo attrezzo l'atleta di bjj può eseguire determinati drills che lo aiutano ad allenare la sua sensibilità all'equilibrio,  alla gestione del peso,  per affinare il controllo ed i suoi movimenti,  che ne determinano i passaggi da una posizione ad altra, dandogli al tempo stesso fluidità e sicurezza per poter eseguire quelle posizioni che caratterizzano il Brasilian jiu jitsu.
                                    Massimo Pedretti

venerdì 10 gennaio 2014

Nogi?....Gi?....Kimono?







La keikogi o Kimono come noi lo chiamiamo è  un'uniforme per l'allenamento utilizzata nelle arti marziali giapponesi, budō. Il termine significa "uniforme di allenamento" (da keiko, "pratica", e gi, "vestito"). Spesso "keiko" viene sostituito con il nome dell'arte marziale specifica nel nostro caso:

Brazilian Jiu-jitsu gi (uniforme per BJJ)
Il gi (ghi) è
composto da una giacca (uwagi ), da un paio di pantaloni ( zubon ) di cotone bianco e da una cintura ( obi ) il cui colore designa il grado raggiunto dal praticante, da cintura bianca fino a nera.
Prima le arti marziali si praticavano senza vestiti cioè con intimo o torso nudo...Se non ricordo male fu un maestro di karatè ad adottare questo tipo divisa per i praticanti della sua scuola inoltre il keikogi ha il compito di unificare tutti i praticanti nel senso che sul tatami siamo tutti uguali,e di far capire agli altri a che scuola si apparteneva attraverso il colore e il Kaji della uwagi.



                                                                                                                      MASSIMO PEDRETTI